Sì, un biplano, esatto.

Ce n'era bisogno?
No, ovviamente no.
"Un uomo senza blog è come un pesce senza bicicletta" dice più o meno il saggio e questi sono tempi in cui ci sono più blog che uomini, pesci e biciclette messi insieme.
E allora?
E allora eccomi qui a fare un altro ennesimo blog nascosto tra i milioni di altri blog. Perché sì. Perché io ho una passione, male comune nella razza umana, e leggere quei pochissimi blog esistenti su questa mia inusuale passione mi ha dato l'energia per arrivare in fondo, mi ha dato emozioni tali che un infermiere potrebbe scambiare per sintomi di epilessia.
Così ecco questo blog: uno tra i tantissimi blog, ma uno tra i pochissimi a parlare di biplani.
E non dei biplani degli eroi o dei pilotoni con carte di credito placcate d'oro. No.
Sono un impiegato, ho una famiglia, ho come tutti mandrie di simboliche nuvole nere che tolgono il sole e a volte mi fradiciano: se ci sono riuscito io può riuscirci chiunque. E un blog che racconta una storia simile non l'ho mai trovato, e se l'avessi trovato, caspita!, mi avrebbe reso felice.
Ho una chance di rendere felice qualcuno, come non approfittarne? :)
Quindi iniziamo: "C'era una volta un biplano..."

lunedì 30 novembre 2015

3. Formiamo il pilota

La scuola. Dovevo formare il pilota prima di trovare un biplano.

Scegliere una scuola, un istruttore, non è banale. Significa scegliere la persona nelle cui mani avrei messo la mia vita. Significa che ogni volta in futuro in cui mi troverò in condizioni poco felici dovrò ringraziare quella persona se riuscirò a uscirne o farle fischiare forte le orecchie se dovessi avere problemi.
Avrei dovuto sottoporre ogni scuola, ogni istruttore, a un esame per vedere se era degno della mia fiducia, se potevo mettermi nelle sue mani. Ma un neofita come fa a giudicare un istruttore?

In calce alle riviste c'era una lista di scuole di volo divise per regioni. Intorno a Roma non mancavano. Tante, troppe scuole di volo. Non me l'aspettavo.
Ho iniziato a contattarle scegliendole in base alla distanza, con l'idea di formarmi una pagella di pro e contro di ciascuna scuola così da scegliere la mia.

Le prime figuracce le ho fatte all'aeroporto dell'Urbe: chiedere alle scuole di quel posto se fanno corsi VDS è come entrare nel ristorante più rinomato e chiedere pane e Nutella. Ora lo so. Quindi, prima regola: quello che cercavo era nei campi, non negli aeroporti, per quanto piccoli siano.

Seconda regola: dicendo "Salve, mi interessa il corso di volo" mi aspettavo che ci sarebbe stato un istruttore pronto ad ascoltare come mai ti interessa, cosa cerchi, quale meta hai, così da vedere come possa accontentarti. Macché. In tutte le scuole un "eh. Ah" o qualcosa di egualmente annoiato, monosillabico e disinteressato era seguito dallo sbrigativo "Vieni, facciamo un giro di ambientamento".
Agli istruttori non gliene frega un piffero delle tue aspettative.

Il giro di ambientamento è un volo. Istruttore e potenziale allievo. Ed è il modo per catturare il pollo. Uno che vuole volare si trova in aereo con la cloche in mano e un istruttore che lo guida (l'istruttore non glielo dice ma gli semplifica enormemente il lavoro così il pollo crede che volare sia talmente facile che non avrà problemi a imparare) e preso dall'emozione firma qualsiasi cosa. A corredare la scenografia acchiappaallievi può esserci un diplomino su carta filigranata dove viene inserito il nome del pollo.
Con me, in realtà, il volo d'ambientamento (che comunque ha un costo: circa 50-60 euro per 20 minuti circa, porcavacca) non attacca. Io sono abituato al parapendio, spazi aperti e virate strette con la terra a destra e il cielo a sinistra, trovarmi in quell'abitacolo da utilitaria economica dietro un plexiglass che crea mille riflessi a fare viratine appena accentuate bombardati dal ronzio del motore semmai mi fa l'effetto opposto, un "ma chi me lo fa fare". Datemi un biplano, abitacolo aperto, motore che romba e manovre semiacrobatiche, e ne riparliamo, gente.
Ma il volo d'ambientamento è una manosanta: vedi come si comporta l'istruttore.
Su Youtube (no comment) c'erano delle lezioni di volo. Prima lezione: pianificare a terra il volo. Nessun istruttore incontrato da me l'ha fatto. Seconda lezione: prima di salire su un aereo fare sempre i controlli girandogli intorno e verificando che sia tutto OK, basta un insetto nel tubicino sbagliato per rendere pericoloso un volo.
Così: scartato il primo istruttore, "Vieni, sali, voliamo. Dovrei fare il giro di controlli ma tanto prima hanno volato degli allievi, quindi è tutto OK."
Scartato il secondo istruttore, hop eccoci in acrobazia che c'entra poco con la scuola. Scartata la scuola con un solo aereo e pure maltenuto, scartata la scuola con la pista parallela al mare dove il vento viene sempre laterale rendendo tutto più difficile. Scartata la scuola con prezzi troppo alti e aerei che non mi davano fiducia né piacere. Scartato "noi non siamo una scuola anzi io non sono nemmeno un istruttore ma ti facciamo pagare poco e poi l'esame lo fai presso una scuola amica mia come se fossi stato allievo loro". E intanto giravo il Lazio, scartando e iniziando a capire come non doveva essere una scuola.

Caspita, possibile che non ci fosse un istruttore pronto ad ascoltare le mie esigenze, che non ci fosse una scuola con più di due aerei ben tenuti, che non ci fosse nessuno sincero?
Per caso eccomi a Sutri. Volo di ambientamento e chiacchiere con altri allievi: la scuola, come tutte, dopo l'attestato noleggia gli aerei agli ex allievi. A prezzi assurdi ma comunque più bassi delle altre scuole. E' un club senza scopo di lucro, nessuno lo fa per lavoro ma solo per il piacere di formare compagni di volo. Bello. I compensi vengono spesi nella manutenzione degli aerei. Incentiva i voli alle manifestazioni in giro per l'Italia, è possibile prendere due giorni l'aereo pagando solo le ore in cui ha volato, un istruttore mi dice che non c'è problema poi a insegnarmi ad andare sugli aerei bicicli (questo lo vediamo poi, per ora basti sapere che i biplani che mi interessano sono bicicli mentre tutti gli altri aerei da scuola sono tricicli, con tecniche di decollo e atterraggio differenti). Wow.
Anche gli aerei di questa scuola mi piacciono, l'amico che è con me dice "sembrano piccoli jet", a me non pare ma gradisco la visibilità enorme, il pilota è quasi in punta e l'istruttore dietro di lui, il cupolino totalmente trasparente dà una vista a 340 gradi, con l'elica dietro le ali. Mica male. E ci sono ben tre aerei.

Mi iscrivo.

Poi ahimé pian piano scoprirò che uno dei tre aerei è in manutenzione perenne per prepensionamento del motore, che i prezzi di noleggio si alzano sino a 120 euro l'ora, che i voli alle manifestazioni per vari problemi interni diventano sempre più difficili e che portare via un aereo per due giorni è una cosa più unica che rara. Ah, sì, e quando chiederò di imparare a pilotare il biciclo per passare ai biplani (spoiler!) l'istruttore non saprà come aiutarmi.
Argh.

Ma intanto m'ero iscritto."Vieni, facciamo la prima lezione. Facciamo i controlli e poi si va in volo."



P.S.: mancavano delle informazioni utili. Il corso nel 2013 costava circa 3500 euro (nel mio caso 3450 se pagati subito anziché 3700 rateizzati), nel prossimo post vediamo poi cosa è compreso in quei 3500 euro e cosa non lo è. Promesso.

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